martedì 10 settembre 2013

Bagnoli, la giornata di passione del ministro Orlando


Arrivo verso le 18 nei pressi del circolo Ilva di Bagnoli, a Napoli, dove il ministro dell'ambiente Orlando è atteso alla kermesse organizzata dal Partito Democratico. Fuori all'ingresso c'è il solito sbarramento di forze dell'ordine che impedisce ai manifestanti del comitato "Bonifichiamo Bagnoli" di avvicinarsi all'incontro. Il ministro si presenta con mezz'ora di ritardo e subito viene circondato dai lavoratori dei consorzi di bacino e da alcuni esponenti dei comitati contro l'inceneritore di Giugliano. Si mescolano, così, il dramma lavoro che vede la Campania al terzo posto in Italia per tasso di disoccupazione, e il dramma ambientale di chi subisce gli avvelenamenti quotidiani della cosiddetta Terra dei Fuochi.

Il ministro Orlando risponde alle critiche dapprima sollevando dubbi sul piano regionale dei rifiuti perché sovrastimato nell'impiantistica prevista (sono tre gli inceneritori da costruire oltre quello di Acerra) e dicendosi poi "aperto a nuove alternative all'incenerimento", ma aggiunge anche che il piano "va attuato perché ha forza di legge". Un parere già espresso dal ministro in commissione Ambiente del Senato nel giugno scorso. Per cui, l'impianto di Giugliano si farà, ovviamente con gli incentivi Cip 6 prorogati perotto anni dal Decreto del Fare.


La carica della polizia


Uno dei manifestanti feriti. Fonte: Facebook
All'esterno dei cancelli, frattanto, i manifestanti chiedono ai dirigenti di polizia di consentire l'accesso di una delegazione di quattro persone. I dirigenti glissano, prendono tempo e la tensione comincia a crescere. Verso le 19 e 30, si accende di colpo la miccia tra i due schieramenti e partono le prime manganellate. E' il parapiglia generale. Seguono attimi di scontri corpo a corpo da cui escono feriti quattro manifestanti e due poliziotti. Terminati gli scontri, la polizia acconsente finalmente l'accesso della delegazione. Provo ad entrare anch'io insieme ad altre due persone, ci avviciniamo e chiediamo semplicemente di poter partecipare alla conferenza come cittadini. Mi aspetto un netto rifiuto, e invece il dirigente ci fa entrare. "Bastava così poco" penso un po' basito. Entro, il palco è sistemato a pochi metri dal mare, all'orizzonte si stagliano Nisida e il golfo di Pozzuoli. L'europarlamentare Cozzolino sta "arringando" il sonnolente auditorio dei democratici, la sua orazione spazia dal futuro di Bagnoli all'imminente congresso del PD. Al termine del discorso una sensazione di vuoto mi pervade. Ripenso allo scandalo dei cinesi arruolati per votare alle primarie del 2011 in cui fu coinvolto lo stesso Cozzolino, cosa che impedì agli uomini vicini a Bassolino di poter tornare alla ribalta, aprendo all'ascesa di Luigi de Magistris.

Il ministro arriva dopo aver promesso ai manifestanti l'apertura di un tavolo tecnico indipendente sull'inceneritore a Giugliano. Orlando ribadisce di aver sbloccato 35 milioni di euro per la bonifica dei laghetti di Castelvolturno utilizzati come sversatoi di rifiuti tossici dalla camorra e di aver dato il via alla mappatura delle discariche abusive. Poi però più nulla: il resto del discorso sarà incentrato sull'organizzazione del congresso nazionale e sulle strategie interne del partito, dove il ministro non mancherà di rimarcare la differenza del PD da "coloro che salgono sul tetto del Parlamento" e da "coloro che si sono legati al destino giuridico di una persona".


Alle 21 termina la kermesse democratica. Orlando si appresta ad uscire ma viene nuovamente circondato dai lavoratori del consorzio di bacino, ormai senza stipendio da undici mesi: i lavoratori chiedono al ministro un impegno politico che superi il silenzio della Regione e permetta loro di essere riassorbiti in una nuova società di bonifiche, la Campania Ambiente, prima della scadenza della mobilità, prevista per il 15 settembre, evitando che le operazioni di bonifica possano finire nelle mani di società private. Il ministro va via in auto blu dopo l'impegno a farsi carico della faccenda, sfrecciando tra le strade buie e desolate del quartiere. Fuori non ci sono più né manifestanti né polizia, solo il silenzio del litorale e gli scheletri dell'ex Italsider. 

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