Le rivelazioni rese dal collaboratore di giustizia Carmine Schiavone nel corso di un'intervista sono già finite nel dimenticatoio. Nessuna smentita o conferma è arrivata dal mondo della politica e della magistratura. Eppure, la prima volta in cui il pentito depositò le sue verità davanti ai giudici fu nel lontano 1995.
Le parole del pentito Carmine Schiavone, rilasciate qualche giorno fa ai microfoni di Sky Tg24, hanno suscitato sdegno e preoccupazione per le rivelazioni che fino ad ora erano rimaste confinate nelle inchieste delle procure e nelle carte processuali. In particolar modo ha colpito per la sua brutalità il racconto delle modalità con cui il clan dei Casalesi ha gestito il traffico illecito di rifiuti fino al 1993 (anno d'inizio della sua collaborazione con la giustizia). Sono state però due paroline, "fanghi termonucleari", che hanno contribuito a rendere ancor più inquietante il già pesante quadro ambientale e sanitario in cui versa la Campania. Secondo Schiavone, infatti, questi rifiuti sarebbero stati sotterrati nelle cave del casertano.
Di fronte a queste dichiarazioni ci si aspetterebbe un nubrifagio di polemiche, accuse, reazioni. E invece, ciò che ancora una volta colpisce è il silenzio seguito a questa intervista: nessuno, nè dal mondo politico nè da quello della magistratura, si è sentito in dovere di ribattere per confermare o smentire le sue affermazioni. Inoltre non è certo la prima volta che Carmine Schiavone fa delle rivelazioni del genere: già vent'anni prima, l'ex boss aveva parlato dei potenziali siti di scarico di rifiuti tossici e radioattivi nel corso del processo "Avolio più 8", durante l'udienza del 28 marzo 1995: la relazione parlamentare della Commissione ecomafie dell'epoca riporta per sommi capi quanto detto da Schiavone e svela una serie di passaggi inquietanti che, riletti a distanza di 20 anni, gettano nuove ombre sull'operato degli enti dello Stato e in particolar modo dell'ENEA, l'Agenzia nazionale dell'energia:
"[...]per quanto riguarda l'ENEA è stata rappresentata dai magistrati titolari di indagini presso la procura di Napoli la scarsissima collaborazione offerta dai tecnici dell'ente nel caso specifico delle indagini relative ai siti abusivi di smaltimento indicati dal collaboratore di giustizia Carmine Schiavone" (pag. 35)
e poi continua la Commissione:
"A presunti smaltimenti di rifiuti radioattivi in diverse aree del Mezzogiorno hanno, peraltro, fatto esplicito riferimento alcuni collaboratori di giustizia. In particolare, Carmine Schiavone, esponente di spicco del clan dei casalesi operante in provincia di Caserta, ha affermato, in diversi interrogatori resi all'autorità giudiziaria, che il clan cui apparteneva si sarebbe interessato allo smaltimento di rifiuti radioattivi in discariche illegali del casertano. Queste affermazioni, portate all'attenzione della Commissione dal procuratore capo della procura di Napoli, dottor Agostino Cordova, risalgono al mese di luglio del 1994 (7) e sono state ribadite, con esplicita allusione ai rifiuti radioattivi, durante l'udienza dibattimentale del 28 marzo 1995 relativa al procedimento penale Avolio più 8 svoltosi presso la VII sezione penale del Tribunale di Napoli (8). In quelle stesse dichiarazioni lo Schiavone indicava quali fossero, a sua conoscenza, gli artefici di questi traffici illegali di rifiuti di ogni tipo, ivi compresi quelli radioattivi, e i siti di smaltimento. La Commissione ha notizia che le necessarie verifiche delle dichiarazioni rese dal suddetto collaboratore di giustizia siano iniziate ed auspica che tali verifiche consentano, nel più breve tempo possibile, di evidenziare la realtà dei fatti, sia al fine di perseguire i responsabili di queste attività illegali che al fine di predisporre, da parte degli organismi competenti, gli indispensabili piani di monitoraggio e bonifica ambientale".
A distanza di vent'anni, che fine hanno fatto le risultanze di queste "necessarie verifiche"?
Ps. le date, il numero del procedimento penale ecc. sono indicati con precisione nella relazione parlamentare (Doc. n. 18, allegato 3, Tribunale di Napoli, VII Sezione penale, procedimento penale n. 4364/13/93+4365/13/93 a carico di Avolio Luca + 8, udienza del 28/3/1995, deposizione del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone). Visto il silenzio assordante delle istituzioni, forse sarebbe il caso di recuperare il verbale dell'udienza in cui parlò Carmine Schiavone, e capire se quanto dichiarato in diretta nazionale dall'ex boss (le cui parole vanno pesate con cura) sia rispondente o meno alla verità.
Io mi domando: è possibile, secondo voi, che si possa scaricare un carico di rifiuti tossici, senza che le forze dell'ordine (parlo dei CC) non s'accorgono di nulla ?????
RispondiEliminaIl problema è a monte. iI clan malavitosi, esistono, perchè fanno comodo ai politici, alla magistratura e alle forze dell'ordine.
Schiavone Carmine, certamente non sbaglia, parlando con convinzione e causa quando afferma che la "vera camorra sono i politici, magistrati (una parte di questa) e le forze dell'ordine (dagli alti gradi che hanno aggangi, sponsor, negli stessi politici). Dunque di cosa meravigliarci ??????